Gli spettacoli - Assoc.Cult.LaZerla

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Gli spettacoli



Gli spettacoli della Zerla spaziano dal repertorio folk tradizionale, rislendo nel tempo fino ad un repertorio riconducibile al periodo medievale. Inoltre realizziamo anche spettacoli concepiti per una presentazione di teatro e, pe questo, più intensa.

Queste alcune proposte:

SPETTACOLI  IN AMBITO CULTURALE E RELIGIOSO




Uomini incontro a Dio - "L'ho vezùd ol me Signùr..."

Intensa Passione riportata da Gabriele Rosa in un suo volume riproposta da noi con alcune integrazioni di natura linguistica al solo scopo di rendere materialmente compresibile il testo originale in dialetto del XIV secolo.

Il componimento rientra per la forma nel ciclo delle Laude e sicuramente è riconducibile alla tradizione letteraria che prevedeva composizioni redatte sotto forma di trittico composto da Scritture  Nere, che descrivevano le pene dell’inferno, Scritture Rosse, che descrivevano la Passione, e Scritture Dorate, che descrivevano le delizie del Paradiso. Questo genere di letteratura aveva grande diffusione, soprattutto quando la loro  scrittura era facilmente rappresentabile. La lettura del testo è preceduta da una breve presentazione storica a cura di Filippo Fornari, che ha curato l'adattamento del testo per lo spettacolo, e la lettura è affidata all' attore professionista Daniele Squassina. Sono anche disponibili i libretti di sala con il testo originale ed una presentazione dell' opera.



Uomini incontro a Dio - "Si ricomparve una lucente stella..."

"Si ricomparve una lucente stella…" è il secondo progetto di un ciclo, una trilogia precisamente, a nome "Uomini incontro a Dio" che l’ Ass. Culturale La Zerla di Rodengo Saiano sta realizzando intorno a tre personaggi che, appartenenti alla classe meno abbiente e quindi socialmente e culturalmente più vulnerabili, sono stati, probabilmente proprio per la loro genuina semplicità, testimoni diretti di un evento destinato a cambiare  la Storia dell’Uomo, ovvero la nascita, la vita e la morte di Cristo.   

Nel primo lavoro "
L’ho vezùd ol me Signùr…"  (manoscritto in dialetto bresciano attribuito al XIV secolo dal Gabriele Rosa e da lui integralmente trascritto nel suo testo  "Dialetti costumi e tradizioni delle province di Bergamo e Brescia", Fiori e C., Brescia 1870) è Maddalena, la peccatrice, che, dopo aver assistito alla Crocifissione, diviene testimone diretta ed annunciatrice al mondo, della Resurrezione. Per il suo contenuto e la sua drammatica intensità lo spettacolo ben si adatta al periodo della Quaresima.

In questo secondo lavoro della trilogia, è ancora una persona semplice a venir chiamata ad essere testimone, tutto sommato inconsapevole, di un altro evento legato alla vita terrena del Cristo, ovvero quel
Pastor Gelindo che la tradizione popolare vuole fosse colui che ospitò la Sacra Famiglia presso il suo umile ma provvidenziale ricovero agreste. Non a caso, nel presepe tradizionale, il Pastor Gelindo è quel personag-gio che viene posto sempre vicino alla capanna con il suo piccolo gregge e la sua inseparabile piva, strumento appartenente alla tradizione popolare che ha sempre avuto presso le genti di tutti i tempi  fama di strumento, se non proprio sacro, comune pio, soprattutto se paragonato alla storia di molti altri strumenti musicali che hanno subito, dalla Controriforma a tutt’oggi, completo ostracismo dall’ ambito religioso.
Gelindo per questioni meramente anagrafiche non può essere cristiano, tuttavia incarna, nella tradizione e nell’immaginario archetipico e collettivo popolare, l’immagine dell’uomo pio, gentile, dotato di buon senso, diversamente dalla commedia tradizionale popolare, in particolare quella ligure e piemontese di origine medievale, che vede in lui un uomo certamente buono ma dal fare burbero e, come si direbbe oggi, "politicamente scorretto".

Gelindo, quindi, quale deuteragonista dell’evento dalla Nascita, narra la vicenda della Natività così come vissuta da lui stesso in prima persona e, per fare questo, abbiamo attribuito a lui stralci di alcuni Vangeli apocrifi ed in particolare quelli che, tra i tanti, più si soffermano sulla narrazione della nascita di Cristo, quali: il Protovangelo di Giacomo, l’Apocrifo Armeno, il Vangelo dell’ Infanzia Arabo-Siriaco, il Codice Here-ford ed il Papiro Bodmer.

La parola apocrifo, dai più considerato sinonimo di "non autentico, erroneo, blasfemo" trae origine dal greco "segreto, nascosto, esoterico", ovvero destinato ad essere letto da persone in grado di comprenderne il significato, quindi riservato ad iniziati.  Quindi i Vangeli Apocrifi, ben lungi dall’ essere blasfemi, sono, in realtà, una delle testimonianze più vive e dirette del cristianesimo nella sua forma primitiva: in essi i primi cristiani riversano tutto il loro bisogno (talvolta concedendosi delle umanissime ingenuità) di conoscere la vita del loro Maestro e Salvatore più di quanto i Vangeli Canonici non facciano, soprattutto in relazione alla Natività, argomento sul quale i Vangeli Canonici sono, in vero, piuttosto laconici.

La letteratura popolare di tutti i tempi, le Sacre Rappresentazioni, la tradizione scritta ed orale di tutti i tempi trovano tra questi testi fonte per le loro pagine migliori: l’arte figurativa cristiana, la agiografia, la novellistica medievale hanno attinto largamente a questi testi, riprendendone motivi ed imitandone gli atteggiamenti, per altro appartenenti all’indole stessa dell’uomo.  

Ecco, quindi, che nella penombra di questo Presepe che da secoli si rinnova di anno in anno, si staglia la figura del Pastor Gelindo, colui che accoglie nella sua umile ma provvidenziale capanna - senza fare domande, senza porre condizioni - una donna partoriente, una donna di un’altra etnia e di un’altra cultura, una donna non sposata eppure incinta, semplicemente una donna che si trovava in stato di necessità; perché Gelindo pur non ancora cristiano, è uomo saggio e pio, e questo lo rende degno di essere tra i primi e più diretti testimoni del più grande degli eventi di tutti i tempi: Dio che si fa Uomo.  La lettura è affidata all'attore professionista Daniele Squassina.

Uomini incontro a Dio - "Nasìt de ciel"

Nasit de Ciel è il terzo lavoro della trilogia. Si tratta di uno spettacolo di Natale che per contenuti di testo e musicali si presta ad una rappresentazione avanti ad un pubblico più ampio, un pubblico che non disdegna  di accostarsi al Natale con spirito di serenità e di semplicità. Per questo motivo i testi sono molto più vicini al racconto tradizionale natalizio ed anche i brani musicali sono scelti tra le pastorali più note  e canzoni natalizie di più frequente ascolto., ma sempre appartenente alla tradizione popolare o al nuovo folk. Adatto ad un pubblico che ama uno spettacolo semplice e commovente. Volendo, correda la scenografia la proiezione di una preziosa collezione di cartoline vittoriane in tema natalizio.



SPETTACOLI  IN AMBITO RURALE E CONTADINO


EL SIFOL - EL COREN

Due video documentari accompagnati da musiche tradizionali eseguito dal vivo e relativi alla cultura del mondo rurale  e contadino, con spiegazioni dal vivo su aspetti ormai desueti appaetenenti ad un mondo sopprendetemente ancora vivo ma che va preservato dalla dispersione della memoria che è in corso in questo secolo.



FONNE FONNE GH'E' L'ORTOLA'
I mestieri di oggi e quelli di un tempo attraverso le canzoni popolari ed i canti del lavoro.


QUAI CHE GH'E N'E'
I canti dell'osteria, ricchi di doppi sensi ed divertenti allusioni.


TIRA,MOLA E 'NTAT... BALA !
Il ballo tradizionale sull'aia: walzer, mazurke, polke ma anche balli più antichi come andrò, gighe, manfrine e scottish.


GOI DE CONTATELA  ?
Storie, miti e leggende raccontati con accompagnamento musicale e sonoro. Storie tradizionali comiche, grottesche, irriverenti, ma anche dolci e romantiche raccolte da noi dalle nevi della Valsaviore fino alla nebbia della Bassa.

LA LUMA NELLA STALLA (novità primavera-estate 2014...)
Storie de pora, fiabe, e racconti magici tratti da vari libri di Giuseppe Tonna, raccontati nella stalla al tremulo del lume di candela. Sullo sfondo si animano e prendono forma immagini, ombre, suggestioni ed evocativi personaggi fantastici...ma non troppo.


 
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